Kabul, altro sangue italiano

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shadow600
view post Posted on 17/9/2009, 14:21     +1   -1




Passa la voglia di scrivere, quando si apprende una notizia del genere che, alle 11, sembrava che riguardasse solo i nostri militari. Successivamente, ho saputo che molti civili sono rimasti uccisi dall’esplosione del kamikaze, contro i due autoblindo “Lince”. Un commosso pensiero si estende anche ai malcapitati afgani, fratelli anche se di nazionalità e religione diversa, che al momento dell’esplosione si trovavano sul posto. Che ne direste, signori governanti, di fare le valigie ed andarsene da quella polveriera irrecuperabile, lasciando che le “bestie” abbiano il diritto di scannarsi con altre “bestie” come loro? Domanda inutile, perché con sorprendente velocità, stamattina il ministro Frattini si è precipitato in Parlamento per riferire che questo è il tributo di sangue che bisogna pagare e che, pertanto, l’Italia non si lascia intimorire dal terrorismo. Ci sarebbe da argomentare molto, ma non mi va e incollo qui l’articolo che stavo leggendo su “Blitz- quotidiano”.
Sei morti, troppi per andarsene. Kabul: o si vince o si perde, per Usa e Europa non c’è “terza via”
Sei morti sono troppi per fuggire. L’Italia piange i suoi soldati, subisce lo choc del lutto, dal Parlamento alle piazze agli stadi di calcio si ferma a commemorare, trattiene il respiro come quando si incassa un colpo duro. Ma apprende, nel più doloroso dei modi, che questa guerra in Afghanistan o la si perde o la si vince: una terza e più morbida via d’uscita, anche a chiamarla “exit strategy”, non c’è. Tradotto sul campo di battaglia, o ci si ritira oppure si mandano altri elicotteri e blindati, non solo per proteggersi ma per attaccare. Lo apprende il governo, lo apprende il Parlamento, lo apprende la gente.
Sei morti sono troppi per illudersi. Illudersi che la questione sia se valga o no la pena di morire per Kabul. Morire si muore, la realtà parla con drammatica e violenta nettezza. La questione è se morire inutilmente, cercando di combatterla il meno possibile questa guerra, oppure se morire cercando di vincerla. Cercare di vincerla vuol dire guardare in faccia la situazione oggi sul terreno afghano. C’è chi valuta i talebani capci di controllare la metà del paese e di infiltrarsi nell’ottanta per cento del territorio. Altri fanno altre stime, più pessimistiche o ottimiste. Certo è che il terreno afghano va riconquistato se in Afghanistan si vuole restare. Restare così non ha senso, significa solo esporsi allo stillicidio di morte. E riprendersi il terreno vuol dire più soldati, americani e della Nato, italiani, tedeschi, inglesi e degli altri paesi impegnati.
Sei morti sono troppi per riguardare solo l’Italia. Negli Usa stanno discutendo se e quanti soldati e mezzi ancora inviare in Afghanistan: la strage degli italiani spingerà l’amministrazione Obama a rafforzare il contingente e a chiedere agli alleati di fare altrettanto. Conquistare le menti, il favore della popolazione è necessario, ma si è visto che non basta garantire agli afghani un’elezione per il presidente. Ci vuole di più: dar loro sicurezza controllando il terreno. Conquistare il terreno e conquistare il consenso non sono uno l’alternativa dell’altro, sono la stessa cosa.
Sei morti sono troppi per cedere alla tentazione. Tentazione di giocarsi anche questo dramma in chiave di politica interna. Tentazione di scrutare e accarezzare il pelo ai sondaggi. Sei morti impongono serietà: o si va via dall’Afghanistan o si resta. La tattica del dichiarare vittoria e preparare i bagagli non funziona più: sei morti sono troppi per crederci davvero.
 
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Libero Rossi
view post Posted on 17/9/2009, 15:51     +1   -1




Caro Shadow
ma laggiù che ci stiamo a fare? Le ragioni iniziali, il voto dell'ONU...le elezioni...tutto oggi appare un non sense. Il Frattini, già non era meglio che rimaneva alle Maldive o dove cavolo gli pare?
La questione da affronatre seriamente è come uscire....non come da sempre ha fatto questo Paese fellone. Dove sei ragione...
 
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shadow600
view post Posted on 17/9/2009, 20:32     +1   -1




Caro Libero,
Qualche ragione c’è, in effetti. Non siamo noi “occidentali” a pagare le loro armi col consumo di eroina?
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Perché le missioni di pace valgono per l’Afghanistan e mai per il popolo del Darfur o di altri angoli dimenticati nel pianeta? Fra quelle montagne ci sono risorse minerarie, petrolio e gas naturale, oltre al papavero, che mantiene le comunità locali e molti giovani vanno mandati a morire per 150 dollari al giorno di ingaggio, per assicurare una pace sospetta, come quella che i Russi provarono a portare prima di noi. Gran parte del territorio, di fatto e nonostante il governo-fantoccio di Karzai, è dominato ancora dai Talebani, senza dimenticare che "i signori della guerra", paradossalmente, sono spesso alleati con "imprenditori" americani e "occidentali" in genere. L’Italia ha interessi economici da difendere, perché alcune nostre imprese già operano su quel territorio. Se hai tempo per leggere, questa è la relazione riassuntiva dell’ICE (Commercio Estero). Un saluto.
http://www.esteri.it/rapporti/pdf/afghanistan.pdf
 
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shadow600
view post Posted on 18/9/2009, 05:50     +1   -1




Hai accennato, caro Libero, alle risoluzioni dell’Onu che nel 2001 e nel 2003 giustificarono la partecipazione italiana alla “missione di pace” (ISEF) , perché l’eportazione della pace doveva essere il solo obiettivo, mentre gli americani portavano avanti, unilateralmente, la loro “Enduring Freedom“ contro le basi terroristiche afgane, dopo l‘11 settembre. Ora che il conflitto ha subito una metamorfosi, che vede impegnati i nostri soldati in quotidiani scontri armati coi Talebani, perché agli americani siamo legati dai vincoli della Nato, è cambiata la natura della missione di pace: noi siamo in guerra con una parte del popolo afgano, che la pace e la democrazia non la vuole. Ieri Bossi ha detto che vuole proporre il ritiro delle truppe entro Natale al prossimo Consiglio dei Ministri, ma c‘è mancato poco che se lo mangiassero vivo, da Casini in poi. Abbiamo già perso 21 soldati più altri civili italiani in missione per lavoro o per supporto alla sicurezza. Dovremmo anche riflettere, come propone Bossi, ma anche la Sinistra non rappresentata in Parlamento, sull’elevato costo umano, innanzi tutto, ma anche finanziario che questa “esportazione di pace” costa a noi contribuenti. Rispetto allo scorso anno, per esempio, il fabbisogno finanziario delle nostre truppe (155 euro al giorno di paga, oltre allo stipendio, dai sergenti ai tenenti collonnelli) che dal 2008 è aumentato di oltre il 40%, raggiungendo l’attuale spesa mensile di 40 milioni di euro (fonte: Senato). In questa cifra non sono compresi i costi di gestione dei nostri ospedali da campo (5 mln), delle associazioni di volontariato (6 mln) e del supporto logistico della nostra aeronautica militare che, per fare un esempio, costa 52 milioni di euro all’anno solo per l’impiego di 4 caccia “Tornado” distaccati dalla base di Ghedi. Con le missioni a Kabul, inoltre, stanno terminando le “ore” di volo dei nostri velivoli da trasporto, praticamente a “fine vita” e da rimpiazzare. Incalcolabili “costi umani” innanzi tutto, ma anche finanziari per non essere riusciti, fino ad oggi, a:
- instaurare una solida e democrazia in tutto il Paese, accontendandosi di un governo-fantoccio che non arriva a comandare oltre la periferia della capitale;
- pretendere il rispetto dei diritti umani su gran parte del terrritorio, dove valgono solo le leggi dei capi-tribù e signori della guerra e dove sono all‘ordine del giorno gli stupri, le stragi di civili inermi e i saccheggi da parte delle milizie mercenarie pagate con i ricavi dell’ oppio;
- stroncare una volta per tutte la produzione della droga, passata, secondo le stime del ns/Ministero degli Esteri, dalle 870 tonnellate del 2001 alle 8.000 ed oltre del 2008. Qualche parvenza di bonifica fu attuata militarmente tra il 2005 ed il 2006, ma i potenti signori della guerra invitarono “cortesemente” le truppe internazionali a lasciar perdere le coltivazioni di papavero che assicurano il reddito di tanti contadini;
- portare il benessere, dove la gente campa ancora con 10 dollari al mese e dove i pastori poveri vendono i loro figli per l’espianto degli organi;
- ricostruire il paese, dove il business infrastrutturale da 15 miliardi di dollari è in gran parte dominato dalle imprese statunitensi, lasciando a noi le opportunità di investimento marginale.
Ci conviene? Se la risposta è no, andiamocene via entro Natale, come propone la Sinistra radicale e pure Bossi, altrimenti, se ci conviene, “godiamoci” questo facile (per i Tlebani) “tiro al piccione” che subiamo tutti i giorni dimostrando che la lettura della storia non ci ha insegnato nulla. Come dire, a chi non vuole imparare dalla storia, un “secondo Vietnam” non si nega a nessuno.
Buona giornata.
 
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siena57
view post Posted on 18/9/2009, 09:00     +1   -1




Non so che dire caro Shadow sull'affaire Afghanistan. Davvero credo che non ci siano parole, o fino ad oggi ce ne sono state anche troppe....
E' sempre un peccato vedere un Paese, qualunque esso sia devastato dalla guerra, anche se fatta per una "presunta democrazia". Hai citato, non a caso il Vietnam, costato migliaia e migliaia di morti da ambo le parti, e le ragioni anche lì si sono sprecate... Favorevoli? Contrari? La guerra doveva finire questo è certo, anche se, noto io, e questa ripeto è solo una mia idea, l'aver lasciato anche lì' "le Bestie scannarsi tra loro", non ha portato pace e fine dei conflitti ma... i genocidi, anche "culturali" di Pol Pot! Se l'America avesse vinto la guerra, mi piace pensare che quello venuto dopo non ci sarebbe stato, ma probabilmente è sola una mia pura ILLUSIONE. Perchè, chiamami STUPIDA, ma io nonostante tutto credo ancora nel potenziale DEMOCRAZIA che ha un paese come l'America.
Nel caso dell'Afghanistan si è partiti con la scusa di azzerare il terrorismo islamico, instaurare anche lì una democrazia, "vendicarsi" (anche se, appunto, la vendetta era mascherata) dell'affronto subito in casa propria con l'attacco alle Torri Gemelle, costato molti morti. Sotto sotto, Tuttavia, tutti pensano che l'America (MA ANCHE GLI ALTRI PAESI COMPRESO IL NOSTRO) sia andata lì per "fregarsi" il petrolio dell'Afghanistan e basta.
Così abbiamo anche lì uomini e ragazzi che muoiono per degli interessi di altri!!! E ci vanno di mezzo anche civili. Innocenti?, Civili innocenti? Questo non lo so. Perchè sicuramente ci saranno anche tante vittime civili innocenti, ma NON CREDO TUTTI. Perchè anche loro hanno le loro colpe... tipo farsi "sfruttare" in tutti i sensi dai capi tribù e dalle loro guide religiose senza mai alzare la testa!!! Una colpa? Sì per me lo è una colpa.
Perchè a me hanno insegnato a reagire sempre ai soprusi. Forse sono parole grosse le mie, perchè penso a che tipo di insegnamento morale possono avere i poveri e affamati bimbetti dei villaggi afghani, quando lo scopo della giornata è trovare un tozzo di pane da mettere sotto i denti?
Quelli che mi fanno rabbia sono gli adulti... che non insegnano niente, solo violenza... pur sulle loro stesse donne e sugli stessi loro figli...
E allora che fare? Non lo so. So che sono profondamente addolorata per la morte dei nostri ragazzi e vicina con il pensiero e il cuore alle loro famiglie... ma penso che per ONORARLI davvero non basti dire di venir via dall'Afghanistan. Ricordiamoci che sono stati loro stessi, credendo profondamente nel loro lavoro, a voler partire per quella terra lontana, credendo anche e soprattutto di portarci pace, sostegno e democrazia.
Dunque penso che tutti noi dobbiamo rispettare le loro scelte, che è il modo migliore per onorarli, e dobbiamo capire quanto può essere profondo da non poterlo sdradicare, il loro senso di GIUSTIZIA se hanno accettato di partire lo stesso verso un Paese che sapevano in guerra e altamente pericoloso, insomma sapendo di poter morire... ma per un LORO IDEALE. Che dovrebbe essere anche il nostro: la PACE!
So, per esperienza, che in certi uomini il senso del DOVERE, della GIUSTIZIA e dell'AMORE è più forte delle loro stesse famiglie e che, pertanto, DEVE ESSERE PIU' FORTE delle nostre "chiacchere" politiche sull'opportunità o meno di ritirarsi dall'Afghanistan. Loro già erano consapevoli, per quegli ideali, di sacrificare la serenità dei loro cari che saranno costretti a vivere senza di loro, e credo che tutti i loro cari questo già lo sapessero. Di aver avuto accanto degli "eroi silenziosi", come li chiamo io. ONORIAMOLI. ONORIAMOLI e basta.
 
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shadow600
view post Posted on 18/9/2009, 14:06     +1   -1




Le tue belle parole mi hanno convinto ed apprezzo le tue riflessioni. Credimi se ti dico, visto che amici militari tornati da quelle montagne me lo hanno riferito, che i nostri soldati fanno il proprio dovere molto bene, con elevatissima professionalità. Svolgono al meglio la loro missione giorno per giorno, usano la tattica, ma non esiste, invece, un vero piano generale interforze per capire quale sia il vero obiettivo finale che, ripetuto fino alla noia, dovrebbe essere quello di una astrattezza di democrazia modellata secondo i canoni occidentali. Utopia, cara Siena, perché quella gente così diversa da noi per cultura, tradizione, mentalità e fai tu cos’altro, non arriverà mai a donarsi una vera democrazia come la intendiamo noi. Sembra che vada ancora bene, nelle provincie lontane da Kabul, il sistema feudale coi capi-tribù che fanno la legge a piacimento, a dispetto di un capo di governo uscito recentemente vincitore dai brogli elettorali, che viene soprannominato riduttivamente “il sindaco di Kabul” e nient’altro. Quindi, cara Siena, a me pare che sia giunto il momento di pensare a delle soluzioni intermedie per completare con onore la nostra acostosissima missione, in termini di vite umane e di dissanguamento finanziario, laddove esiste comunque un popolo sovrano che un giorno dovrà dotarsi, autonomamente, di un libero sistema di governo: diventa un nostro problema fino ad un certo punto perché, come suol dirsi, durante otto anni inutili “abbiamo già dato”. Essere dei militari dotati di senso del dovere non significa escludere un ragionamento sulle finalità vere e sulla ulteriore utilità della nostra permanenza a rischio, in Afghanistan. Un caro saluto.
 
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shadow600
view post Posted on 20/9/2009, 09:06     +1   -1





Antonio Fortunato, Roberto Valente, Massimiliano Randino, Davide Ricchiuto, Giandomenico Pistonani, Matteo Mureddu. Lavoratori in uniforme.
 
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shadow600
view post Posted on 17/5/2010, 21:03     +1   -1




“Sound of silence” per il caporalmaggiore Luigi Pascazio ed il sergente Massimiliano Ramadù


Troppo sangue versato, tutti a casa, presto.
 
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siena57
view post Posted on 18/5/2010, 07:24     +1   -1




CITAZIONE (shadow600 @ 17/5/2010, 22:03)
“Sound of silence” per il caporalmaggiore Luigi Pascazio ed il sergente Massimiliano Ramadù
(FILE:www.youtube.com/v/LfWUodQyEDc&hl=it_IT&fs=1&)

Troppo sangue versato, tutti a casa, presto.

Purtroppo, con nostro grande sconforto e dolore.. si torna a parlare dell'Afganistan. Uno dei due ragazzi morti ieri, aveva due anni meno di mia figlia! Che dire ad una mamma che perde un figlio in questo modo? Le sono profondamente vicina e sono certa che sarà orgogliosa del suo ragazzo partito per una missione che "dovrebbe" essere di pace. Lo deve essere se l'ideale di quel ragazzo era quello!
Ripenso alle parole già dette... "lasciamo che bestie si scannino con bestie"... Mi spiace per le donne che non avranno mai diritti, mi spiace per i bimbi che vedono solo guerre ed appena hanno l'età vengono mandati ad indottrinarsi nelle scuole islamiche, vietate alle donne, mi spiace per i vecchi che finiscono la loro vita vedendo il loro paese sempre insaguinato, mi spiace per la giustizia, per la democrazia, per la morale (non che la nostra sia migliore), quella che "dovrebbe" essere con la M maiscuola, mi spiace per la pace, per i diritti civili, per le donne e per i bambini uomini domani. Ma comincio a pensare anch'io, dopo aver provato INUTILMENTE a instaurare quanto sopra, che forse è l'ora di tornare a casa per i nostri ragazzi. E se inciviltà deve chiamare inciviltà, che almeno noi non si partecipi! A questo punto che se la vedano loro e voglio proprio vedere se Karzai sa comandare, oppure no...
 
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Libero Rossi
view post Posted on 18/5/2010, 07:35     +1   -1




ma Karzai è un fantoccio....che potrà fare per riportare il paese, quel paese alla pace e alal democrazia. Suvvia, la guerra, questa guerra non è servita a nulla se non a far perdere vite e provocare disastri. I signori dell'oppio e della guerra sono i padroni del campo. E' ora di ritornare a casa; fuori da quel pantano.
 
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Libero Rossi
view post Posted on 18/5/2010, 12:33     +1   -1




Afghanistan: il cordoglio della CGIL

17/05/2010
La CGIL si unisce commossa al dolore delle famiglie ed al lutto del popolo italiano per la morte di due soldati italiani, rimasti uccisi in un attacco contro un convoglio di mezzi militari, diretto verso la località di Bala Murghab in Afghanistan. Nell’attacco sono rimasti gravemente feriti altri due soldati ai quali la CGIL rivolge un augurio di completa guarigione.

Si tratta di una ulteriore dimostrazione che la presenza del contingente delle truppe internazionali in Afghanistan ha assunto un crescente carattere bellico, che produce un numero un grande numero di vittime civili e militari, con scarsi risultati sul piano del contenimento e della sconfitta dei talebani”.

La CGIL domanda invece che si rafforzi l’impegno internazionale di solidarietà e di cooperazione a sostegno di popolazioni drammaticamente colpite da decenni di guerra civile ed interventi stranieri, garantendo in Afghanistan crescita economica e miglioramento delle condizioni di vita. Inoltre, la sola risposta militare si è dimostrata inefficace anche dal punto di vista della costruzione della democrazia e di una rinnovata solidarietà nazionale fra le principali forze ed etnie di quel paese.

La CGIL rivendica, come scritto in un ordine del giorno approvato dal recente Congresso nazionale di Rimini, un nuovo ed efficace piano di pace e di ricostruzione coordinato e diretto dalle Nazioni Unite ed il ritiro delle truppe italiane da ogni azione di guerra.



 
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ISCRITTACGIL
view post Posted on 18/5/2010, 13:29     +1   -1




CITAZIONE (Libero Rossi @ 18/5/2010, 13:33)
La CGIL rivendica, come scritto in un ordine del giorno approvato dal recente Congresso nazionale di Rimini, un nuovo ed efficace piano di pace e di ricostruzione coordinato e diretto dalle Nazioni Unite ed il ritiro delle truppe italiane da ogni azione di guerra.

GRANDE CAPO,

ogni volta che muoiono giovani in guerra (nostri connazionali) parliamo di:

ritiro delle truppe italiane da ogni azione di guerra.

MA BASTA! Per favore.

Io sono convinta più che mai che quanto sosteneva Platone accompagnerà l'esistenza di tutti gli esseri umani, SEMPRE.

Platone
"Solo i morti hanno visto la fine della guerra"


Iscritta
 
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siena57
view post Posted on 18/5/2010, 13:30     +1   -1




Ben detto!!! Ora basta! Ma esiste ancora l'ONU o no??? E allora che vadano loro in Afganistan a fare il loro dovere, quello per cui tutti i popoli del mondo hanno creato l'organismo chiamato O.N.U.
Che impongano loro la pace, se di missione di pace si tratta, e si ritiri le nostre truppe, militari, dall'Afganistan!
 
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shadow600
view post Posted on 18/5/2010, 14:00     +1   -1




Non risulta, nella storia, che l'Afghanistan abbia mai conosciuto una sconfitta militare: anche i Russi hanno memoria per ricordare la loro sconfitta. Quei miliziani che vengono chiamati "terroristi", ma che potrebbero anche essere "combattenti" in casa loro, per quanto bestiali, sono ingaggiati dai talebani per 3 dollari al giorno di paga. Obama vuole far ritirare i marines dall'Afghanistan tra il 2011 ed il 2013, ma è difficile immaginare che fra un'anno o due qualcosa sarà cambiato, in quel mondo medievale che non ci appartiene. E allora, perchè non comprarsi i talebani, promettendo a ciascuno una paga ed un pezzo di terra dove lavorare? Con i miliardi di euro spesi fino ad oggi, per mandare al macello i nostri soldati, compresi gli americani e i canadesi che anche stamattina hanno lasciato la pelle in un attentato, si potrebbe addirittura acquistare l'oppio prodotto dai contadini afghani e bruciarlo. In Afghanistan c'è una disoccupazione che sfiora il 70% ed è questa la spiegazione molto laica e per niente religiosa che spinge i giovani ad imbracciare un kalashnikov, anzichè una zappa o un libro. Qualche potente lobby internazionale ha interesse, invece, a continuare questa guerra persa.
 
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22 replies since 17/9/2009, 10:56   451 views
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