Bondi: o visitate il colosseo, o lo portiamo via

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Libero Rossi
view post Posted on 23/12/2009, 08:40     +1   -1




Provocazione di bondi: o visitate il colosseo, o lo portiamo via
Campagna shock del MIBAC, tra polemiche e sarcasmi


di Luca Ribustini - 21/12/2009

È la provocatoria campagna-shock studiata dal ministero dei Beni culturali per “combattere” il calo di presenze nei musei e nei siti artistici del Paese. “Sono immagini con cui vogliamo provocare e far discutere", ha spiegato Resca direttore generale per la Valorizzazione, "speriamo in questo modo di conquistare l'attenzione del pubblico e far riscoprire a tutti la bellezza del nostro patrimonio e invertire un trend negativa che dura da alcuni anni”. La provocazione ha già ottenuto alcuni timidi riscontri: Marcucci (PD) parla di terrorismo psicologico. Quanto alla discussione sul perchè la gente se ne frega della cultura, noi - e non solo - ne parliamo da sempre; non c'era certo bisogno di una campagna così inopportuna per invitare a una riflessione in merito. Sono mesi che diamo conto che, per questo governo, la cultura è una questione di secondaria importanza, fastidiosa e ingombrante al tempo stesso. Dalla umiliazione dell'istituzione scolastica pubblica con scolaresche che non possono più andare a teatro o ai concerti perchè la riforma Gelmini ha ridotto il numero di insegnanti e il solo docente disponibile non può uscire con più di 15 bambini (vd. inchiesta "I Fustigati" del 3/11/2009), agli insulti dei ministri rivolti agli artisti, ai tentativi di tagliare le gambe al FUS poi parzialmente recuperati grazie anche a personaggi senz'altro più consapevoli della stessa area di governo (Carlucci e Barbareschi) all'ultimo tentativo di Maroni di frenare la produzione cinematografica indipendente attraverso una proposta di legge dedicata al web. Insomma, ci fosse una azione di questo governo che pensi alla cultura e allo spettacolo come ad una risorsa economica da sostenere e valorizzare e non ad un carrozzone di "abbastanza schifosetti" (Brunetta), "accattoni" (Bondi), di "gente che strozzerei volentieri" (Berlusconi, riferendosi in tono "scherzoso" a chi scrive libri sulla mafia). Senza voler considerare livori personali o semplici battute poco felici, il segnale è chiaro da sempre: puntare sull'appiattimento culturale di un intero paese. Non si stupisca dunque il ministro Bondi se la gente non visita i musei e preferisce passare i pomeriggi nei grandi centri commerciali, o rimanere a casa a guardare la TV dove, spesso, gli spettacoli sono di livello bassissimo e l'offerta culturale è a orari impossibili. Se veramente si vuole invertire la rotta, si analizzino i motivi dello scollamento tra il paese e la cultura senza provocazioni o campagne che non aiutano certo a comprendere a fondo il fenomeno.
C'è, tuttavia, qualcosa di edipico nella scelta del ministro Bondi, una scelta che fonda il suo principio comunicativo sulla "mancanza" e sulla colpevolizzazione di questa mancanza - "se non lo visiti lo portiamo via" - in altre parole, seguendo questa ipotesi analitica, "se fai il cattivo e non mi vuoi bene, mamma va via e non torna più... magari mi ammalo... e se morirò è colpa tua che non mi hai voluto bene". Forse il ministro punta sul complesso edipico nazionale (di cui la popolazione maschile italica è ricca); ma non tutti sono così, e siccome molti maschietti italiani si sono adoperati nel tentativo di superare il fatidico "edipo" e l'abbraccio mortale della mamma che incastra sulla colpa il malcapitato, solo un bambino - nel pieno dell'Edipo - potrebbe spaventarsi all'idea del Colosseo smontato dalle gru al punto da chiedere al papà di portarlo in visita. Sarà forse questo l'intento del ministro Bondi? Educare le nuove generazioni alla cultura? E' questo il nuovo trend psicopedagogico del ministero della cultura? E se invece fosse una gru a rimuovere il ministro così non lo "visitiamo" più?

 
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