| Non è che non voglio intendere. La volontà di non capire presuppone testardaggine, non intelligenza, pregio che, anche se minimamente, sento di potermi attribuire. Io capisco la tua diversa realtà come rappresentante, e capisco perfino che in totale coscienza pensavi o pensi ancora che questo sia il percorso giusto. Capisco le pressioni che ricevi, chi ti tira una manica e chi l’altra. Lo capisco. Quel che non capisco e che tu, proprio in qualità di rappresentante, non usi la discriminante del diritto, per decidere chi e come ti deve tirare dalla sua parte. Certamente la CGIL avrà iscritti ICR, ben vengano ma che chiedono? Il riconoscimento della loro eccellenza? La loro unicità? La stessa cosa che chiedevano quando si opponevano a che l’OPD si trasformasse in scuola. Me lo ricordo e bene quel periodo. Come possono ottenere ciò che vogliono? Mortificando gli altri o dimostrandolo? Negando i diritti acquisiti? E tu sindacato è come se avessi marchionne e cipputi da rappresentare. Per non scontentare nessuno che fai? Umili Cipputi ,ma solo un pochetto, così lucidi le medaglie di marchionne? In poche parole, per riconoscere l’eccellenza si negano i diritti acquisiti a noi, il lavoro ai privati, la dignità alle persone. Cosa c’è da mediare? La scelta è facile, per un sindacalista. Mi dici ARI..ma dai, scherziamo? L’ari ( meglio in minuscolo) per favorire l’eccellenza e la qualità si sta spendendo come non mai. Parla a nome del ministro e del ministero, si fa intervistare sulla rai, parla a nome di tutti e non la conosce nessuno. Per l’eccellenza però scrive su vari siti e varie volte- tu certamente avrai letto- che il mercato del lavoro è scarso, che lo Stato spende poco e che le ditte sono molte, ergo bisogna ridurle. Meno ditte, meno restauratori e più precari. Ed era tanta la sicumera che, a meno di un mese, dall’emanazione del decreto, proponeva un modello di contratto cocopro, con un sindacato, la CISL mi pare. Noi lavoratori, precari, giovani, indifesi, siamo l’ombelico del mondo. Siamo i Cipputi che tu dovresti difendere nei diritti fondamentali, non i marchionne di chi vuole sempre di più. I signori non vogliono riconosciuta solo l’eccellenza, vogliono la preminenza, l’oligopolio, il diritto alla prima notte, giusto per far capire chi è feudatario, vassallo, valvassino o servo della gleba. Sono loro che vogliono la laurea appiccicata con lo spillo al camice. Nessuno di noi gliela ha chiesta, nessun di noi ha chiesto niente, solo di continuare a lavorare come sempre abbiamo fatto. Non è la nostra umiliazione che conferma la loro bravura. Le assemblee non ti hanno capito. Non sarà per una volta che non hai capito tu? Non ti abbiamo chiesto di essere targati tutti uguali, bastava non coinvolgerci in questa cena delle beffe, con la somma ipocrisia che, forse che si e forse che no siamo restauratori che nell’attesa continuano a farlo. Forse gli ICR-ARI, tutti bravi e tutti docenti delle scuole invalidate dalla disciplina, non si rendono conto che fermando noi paralizzano anche il mercato. Pensano che quale bell’introito siano le consulenze per le schede tecniche? O pensano che forse, i pochi soldi che ci sono li concentreranno nei siti di eccellenza? Tre, quattro città e il resto..peste lo colga? Tutte queste domande il sindacato, il mio sindacato se le dovrebbe fare. Dovrebbe scegliere con chi stare. Chiaro chiaro per favore niente nebbie e niente fumo. Neanche noi abbiamo portato il cervello all’ammasso. Non ci iscriviamo alle “fittizie” associazioni per formare un sindacato parallelo. Ci iscriviamo perché non abbiamo risposte chiare,perché siamo pochi, perché siamo deboli, perché vogliamo tutela. Tutti i motivi per stare nel sindacato ma a questo sindacato non bastano evidentemente. Il mondo del lavoro sta cambiando, è cambiato a velocità supersonica, I vecchi schemi non bastano più. Non è più il tempo per le posizioni di rendita. Tutto è cambiato e tu, con la navigata sensibilità di rappresentante di lungo corso, dovresti accorgertene per primo. Vogliamo voce, abbiamo voce e la usiamo con le mille possibilità che questo tempo ci offre. Non siamo un gregge belante che pietisce risposte e attende di essere rinchiuso in un ovile, a scelta del pastore di turno. Lo scegliamo noi, ora, il pastore. Oppure lo facciamo a turno. Non so se questa associazione durerà ma dimmi tu, l’ari ora non è ad hoc? Certo esiste da molti anni ma non mettiamo limiti alla provvidenza, magari sopravviviamo anche noi, come sindacato e come associazione. Mica siamo incompatibili. Dipende dai principi e dagli obiettivi. Preferirei mille e mille volte fosse il sindacato, ma così non è. Questo no vuol dire che in me, in noi non possano convivere sindacato e associazioni. Non sono in contrasto, soprattutto quando perseguono il medesimo principio. Ho sempre accettato chi non è d’accordo con me e voglio essere accettata, non approvata ma accettata, per le mie idee. E siccome piango poco su me e per me, reagisco, reagiamo come possiamo. Questa corrispondenza è in fondo molto più di una mano tesa e, ti assicuro, la leggono in molti. Ora però ne sono stanca.Ho molto da fare. Come saprai abbiamo un sito noi restauratori pubblici, siamo in contatto,costruiamo la nostra protesta. Partecipiamo tutti, ognuno per quel che può. Un help desk interno che abbiamo cercato disperatamente in questo forum..senza successo. Non minimizzare ti prego,la nostra azione, forse è ancora infantile, ai primi passi ma impariamo bene e soprattutto in fretta. Buon lavoro Mafalda
P.s. Ho citato il restauro dei bronzi di Riace perché l’ho visto con i miei occhi ( 1980 o giù di lì) e ho conosciuto personalmente chi l’ha realizzato. Erano tutti restauratori dello Stato. Non so se lo devono a te, so che alcuni hanno fatto il mio concorso però. Ho visto il sarcofago degli sposi del Louvre restaurato da quei ed altri restauratori pubblici,il vaso Francoise, l’anfora di Baratti..continuo? Molti di loro sono confluiti nell’OPD, luogo di eccellenza certo, ma loro non erano da meno. E proprio per chiarire l’ICR sui bronzi ha proprio “ ritoccato” più di un decennio dopo. I meriti dell’ICR nessuno li nega però, ho visto opere e lavori splendidi, conosciuto colleghi- se mi posso permettere- affascinanti per il loro sapere e per il loro lavoro. Nessuno lo contesta, ma spiegami perché la loro gratificazione trova conferma solo con la nostra umiliazione?
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