Marginalia: a proposito di Saviano-Riotta

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Libero Rossi
view post Posted on 18/3/2011, 07:38     +1   -1




La dichiarazione di Saviano diffusa dall’Ansa



Roma, 15 marzo 2011. «Mi dispiace molto che Gianni Riotta abbia deciso di lasciare il Sole24Ore perchè la sua direzione ha realizzato un giornale libero, con al centro la battaglia antimafia che una parte responsabile di Confindustria aveva deciso di combattere». Lo dice Roberto Saviano in una dichiarazione. «Un giornale che era riuscito a far arrivare ai lettori giovani le argomentazioni spesso non facili dell'economia e della finanza. Il fango - continua Saviano - insinua che con la direzione Riotta il Sole perdeva copie, la verità è un'altra e basta vedere i dati reali, in Italia fare il giornalista è un mestiere pericoloso se si vuole essere liberi e senza condizionamenti. La libertà dei giornalisti è sgradita al potere politico».(ANSA).



Lettera di Nicola Borzi
al direttore dell’Ansa:
Saviano ha affermato che
“la direzione” di Riotta
“ha realizzato un giornale
libero, con al centro la
battaglia antimafia”.
“Purtroppo per lo scrittore
la sua eccessiva vicinanza
a Riotta nuoce alla sua
obiettività e distorce la
prospettiva con cui racconta i fatti”.

“Il tono della “lotta antimafia” di Riotta è sempre stato a corrente alternata: forte con la criminalità “bassa”, quella che strangola i commercianti col pizzo (specie se i commercianti in questione sono i suoi cugini della “Antica Focacceria San Francesco” di Palermo), debolissimo, quasi assente, con la criminalità “alta”, quella dei colletti bianchi”.


Signor direttore, ammiro molto Roberto Saviano per il suo coraggio civile. Quando parla di ciò che conosce, quando combatte la camorra dimostra che l’impegno non è una categoria estranea agli intellettuali italiani.

Non apprezzo per nulla invece Roberto Saviano quando, nella foga di dimostrarsi maître à penser all’altezza di tutte le questioni, si imbarca in discussioni e polemiche su argomenti dei quali non ha alcuna informazione diretta. Le dichiarazioni di ieri di Saviano sulla passata direzione del “Sole 24 Ore” per mano di Gianni Riotta certificano la sua totale ignoranza su quanto è successo nell’ultimo biennio nel quotidiano dove lavoro. Saviano ha affermato all’Ansa che “la direzione” di Riotta “ha realizzato un giornale libero, con al centro la battaglia antimafia”.
Purtroppo per lo scrittore la sua eccessiva vicinanza a Riotta nuoce alla sua obiettività e distorce la prospettiva con cui racconta i fatti.
Il tono della “lotta antimafia” di Riotta è sempre stato a corrente alternata: forte con la criminalità “bassa”, quella che strangola i commercianti col pizzo (specie se i commercianti in questione sono i suoi cugini della “Antica Focacceria San Francesco” di Palermo), debolissimo, quasi assente, con la criminalità “alta”, quella dei colletti bianchi. Se Saviano si fosse peritato di leggere i giornali avrebbe scoperto che proprio ieri “Il Fatto Quotidiano” riportava la notizia di uno scoop del collega del “Sole 24 Ore”, Giuseppe Oddo (l’intervista a un banchiere siciliano che negli anni ’80 incontrò Vito Ciancimino e Marcello Dell’Utri che chiedevano prestiti indicando come imprenditore di riferimento Silvio Berlusconi) che non è stato mai pubblicato da Riotta sul “Sole”. Se Saviano avesse letto almeno il “Sole” del suo sodale Riotta, si sarebbe accorto che su questo giornale è stata realizzata la “santificazione” di un altro ex banchiere siciliano, Gerlando Micciché, che subito dopo l’omicidio del prefetto Dalla Chiesa, di sua moglie e di un agente di scorta per mano di mafia da vicedirettore del Banco di Sicilia sostenne che i banchieri non dovevano interrogarsi sulla provenienza dei capitali dei clienti. I colleghi del “Sole” che si occupano di giudiziaria sanno bene quante volte i loro articoli sulla criminalità organizzata non hanno trovato spazio sulle pagine del quotidiano e sono stati costretti a pubblicarli sui loro blog. Lo strabismo di Saviano è ingiustificato e offensivo per chi lavora al “Sole 24 Ore” e in due anni ha subito la “cura” Riotta!
Ma c’è di più: quando Saviano scrive che “il fango insinua che con la direzione Riotta il Sole perdeva copie” fa un torto all’intelligenza dei lettori, offende noi che viviamo e lavoriamo in un’azienda in crisi (solo ieri sono stati pubblicati i risultati del bilancio 2010: 40 milioni di perdite dopo i 52 e mezzo del 2009), sputa sui 27mila piccoli risparmiatori che hanno visto il loro investimento in azioni del “Sole 24 Ore” decurtato del 75% da una gestione editoriale fallimentare. Non lo dico io: lo dicono i dati di diffusione di fonte aziendale, certificati dall’ADS, lo affermano i bilanci di una società quotata.
Se Saviano conosce altre cifre in grado di smentire quelle della nostra azienda, le pubblichi e dimostri che le cifre ufficiali sono false. Altrimenti stia zitto, perché si espone a legittime richieste di danni per aver sostenuto di fatto che i bilanci di una società quotata, la nostra, sarebbero fasulli.
Caro Saviano, “ne supra crepidam judicaret”!
Nicola Borzi
giornalista ed ex componente del Comitato di Redazione del "Sole 24 Ore"

IL FATTO (15/3/2011): “Riotta rifiutò lo scoop su Berlusconi e Dell’Utri”.
L’intervista-scoop al banchiere palermitano che negli anni ’80 incontrò Vito Ciancimino e Marcello Dell’Utri che chiedevano prestiti indicando come imprenditore di riferimento Silvio Berlusconi, pubblicata sul Fatto Quotidiano, doveva uscire sulle pagine del Sole 24 Ore. Ma il suo direttore, Gianni Riotta, decise che ‘’non era il momento’’. Lo ha rivelato lo stesso banchiere, Giovanni Scilabra, ormai pensionato, interrogato dai pm di Palermo Antonio Ingroia, Lisa Sava, Paolo Guido e Nino Di Matteo che oggi ha depositato il verbale nel processo al generale Mori.

“Sono arrivato alla determinazione di concedere un’intervista alla stampa dopo avere incontrato nel luglio scorso, insieme ad altri amici, il giornalista Giuseppe Oddo del Sole 24ore – dichiara Scilabra – con il predetto intrattengo da sempre rapporti cordiali. Avendogli io riferito l’episodio della proposta di Ciancimino e Dell’Utri, Oddo mi ha chiesto la disponibilità a rilasciare un’intervista al suo giornale. Alla mia risposta positiva, dopo pochi giorni, mi ha però comunicato che il suo direttore, Gianni Riotta, gli aveva detto che non era il momento’’. E conclude: ‘’A quel punto, essendo ormai determinato a esternare le mie conoscenze ho preso io contatto con il giornalista Marco Lillo che poi mi ha effettivamente intervistato e ha pubblicato le mie dichiarazioni sul Fatto Quotidiano. Intervista il cui contenuto confermo integralmente’’.(g.l.b.)


 
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Libero Rossi
view post Posted on 20/3/2011, 08:38     +1   -1




IL SOLE 24 ORE
"Non sappiamo per il "Sole", ma per il "Fatto" la dipartita di Gianni Riotta è un brutto colpo. Con questo giornalista palermitano, il nostro giornale perde uno dei suoi più validi collaboratori. Non si contano infatti le notizie che molti cronisti e inviati del Sole, nei due anni della sua direzione, ci hanno passato a titolo gratuito dopo aver tentato invano di pubblicarle sul loro giornale"

di MARCO TRAVAGLIO
per “Il Fatto Quotidiano” (17/3/2011)


Non sappiamo per il Sole 24 Ore, ma per il Fatto Quotidiano la dipartita di Gianni Riotta è un brutto colpo. Con questo giornalista palermitano, da molti scambiato per americano per via della camicia bianca e della cravatta blu, il nostro giornale perde uno dei suoi più validi collaboratori. Non si contano infatti le notizie che molti cronisti e inviati del Sole, nei due anni della sua direzione, ci hanno passato a titolo gratuito dopo aver tentato invano di pubblicarle sul loro giornale.
Giorni fa il vecchio banchiere siciliano Giovanni Scilabra ha raccontato di aver dato a un inviato del Sole uno scoop su Dell'Utri, Berlusconi e Ciancimino, ma poi l'intervista non uscì perché Johnny Raiotta aveva deciso che "non è il momento": così la regalò a noi.
Piuttosto allergico alle notizie vere ("non è il momento"), il partigiano Johnny adora quelle taroccate. Come quando, direttore del Tg1, fece un'intervista muta a B. che negò di aver mai fatto l'editto bulgaro: "Ho tentato - mentì il premier - fino all'ultimo di trattenere Biagi alla Rai", e il direttore balbettò "lasciamo stare, l'amico Enzo non c'è più...".
O quando nascose i rimbrotti della Regina d'Inghilterra a B. che, in pieno G8, s'era messo a strillare "Mister Obamaaaaa!". O quando si accommiatò dal Tg1 con un autoelogio mortuario affidato alle sapienti labbra di Susanna Petruni: "Ascolti record registrati in tutte le edizioni della giornata del terremoto in Abruzzo". Più gente moriva, più lo share s'impennava: un trionfo. O quando esordì sull'house organ di Confindustria annunciando trionfante che un referendum tra le "grandi firme" del Sole aveva eletto Giulio Tremonti "Uomo dell'anno 2009".
Seconda classificata: la Marcegaglia, casualmente l'editore del giornale. Bastò una rapida ricognizione tra le grandi firme del Sole per scoprire che nessuna di esse era stata consultata, né dunque si era mai sognata di issare il ministro sul podio. Aveva fatto tutto Johnny: si era riunito con se stesso e, dopo lunghe consultazioni allo specchio, aveva votato l'uomo forte del governo B. A scrutinio segreto, si capisce, trattandosi di un caso di coscienza. Il bilancio di due anni di cura Riotta al Sole è riguardevole: 50 mila copie perse per strada in edicola, crollo degli abbonati, 92 milioni persi dal gruppo.
Una catastrofe epocale di quelle dimensioni, nella demeritocrazia italiana, va premiata. E lo sarà presto con un nuovo incarico di alto prestigio per il suo artefice: se Ferrara, direttore di un giornale che non legge nessuno, ha avuto un programma quotidiano tutto per sé su Rai1, dal quale naturalmente milioni di persone fuggono a gambe levate in un esodo biblico che fa impallidire la Libia, anche Raiotta avrà presto quel che merita. Già si parla di un bel posto al Pompiere della Sera, o di nuovo in Rai.
Per qualche ora abbiamo temuto che venisse rimpiazzato da uno che ama le notizie. Poi per fortuna è arrivato Roberto Napoletano, che è un po' il Riotta di Caltagirone. È l'ex direttore del Messaggero che, nel 2006, la notte in cui non si capiva se le elezioni le avesse vinte Prodi o Berlusconi, fu immortalato da un fuorionda di Striscia mentre ordinava ai capiredattori di inventarsi un titolo purchessia per mettere in prima pagina Piercasinando, genero del padrone. Insomma, l'erede naturale.
Riotta Ps. Giunge in redazione un comunicato chiaramente apocrifo attribuito a Roberto Saviano: "Mi dispiace molto che Gianni Riotta abbia deciso di lasciare il Sole 24 Ore perché la sua direzione ha realizzato un giornale libero, con al centro la battaglia antimafia... Il fango insinua che con la direzione Riotta il Sole perdeva copie, la verità è un'altra e basta vedere i dati reali, in Italia fare il giornalista è un mestiere pericoloso se si vuole essere liberi e senza condizionamenti. La libertà dei giornalisti è sgradita al potere politico".
Riotta Essendo impossibile che Saviano abbia anche solo pensato queste cose, attendiamo trepidanti una smentita.


 
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