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|  L’Argentina è in default (insolvenza verso il debito estero). Il secondo nel giro di pochi anni ed anche questa volta non succederà niente. La naciòn avrebbe dovuto pagare 1,33 miliardi di dollari ai fondi speculativi che reclamavano il credito assicurato loro dalla sentenza di un tribunale statunitense. El gobierno ha deciso di usare come carta igienica quella sentenza e pertanto le cedole sui titoli posseduti dai fondi speculativi americani non possono essere pagate. Come insegnano a Yale, è la "legge del menga". La presidenta hablerà oggi pomeriggio dalla Casa Rosada col dito medio in vista (per spiegare meglio la posiciòn oficial del gobierno), per confermare, cioè, che L’Argentina non può pagare più nessuno. Che succederà? Nulla, una beata mazza, come ha anticipato Bloomberg e Christine Lagarde, perchè in un mondo in cui ogni singolo stato è straindebitato vale la regola che qualche volta ci si possa anche rimettere, a comprare i “titoli spazzatura” buoni per ingrassare gli speculatori, ai quali, a questo giro, è andata male. Nel mondo bancario che possiede il debito pubblico di molti stati vicini al collasso finanziario, indebitati, questo default argentino verrà riassorbito come ristrutturazione del debito del Tesoro sovrano di Buenos Aires che ha già inchiostrato le rotative per stampare una vagonata di pesos perchè uno Stato non fallisce mai. Oggi l’Argentina, domani a chi toccherà? Mattè, #staisereno... |
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