Niente di nuovo a Bruxelles

Jean-Claude Juncker ha presentato la nuova squadra di governo della UE, che secondo le indicazioni della stampa presenta non pochi nomi appartenenti al club dei cosiddetti “falchi”, cioè i predicatori del rigore e dell’austerità che tanto piacciono ad Angela Merkel. Da quanto si apprende, falchi come il finlandese Jirky Katainen non concederanno molto ai paesi dell’area mediterranea. A parole Juncker ha annunciato qualche segnale di rinnovamento, ma non ha ammesso che la politica del rigore nell’Eurozona ha fatto letteralmente esplodere il tasso di disoccupazione. Non si riesce a ficcare nel cervello degli euro-burocrati il concetto lapalissiano che se non si aiutano le imprese a ricostruire la competitività nei mercati interni ed internazionali, con un Euro più svalutato e con una pressione fiscale più adeguata per la sopravvivenza dell’economia produttiva, altri lavoratori finiranno per strada e mantenuti con la cassa integrazione, che agli stati membri costa miliardi di euro ogni anno. Nell’Europa mediterranea continua la stretta sui redditi reali con la conseguente contrazione dei consumi e degli investimenti. Con l’austerità non esiste alcuna prospettiva di riequilibrare correttamente una economia come la nostra, nonostante le acrobazie linguistiche del nostro premier. I risultati della recessione da cui altri Paesi sono usciti, qui sono disastrosi, al punto che la precarietà e la disoccupazione in Italia stanno diventando croniche, senza speranza. Grazie alla folle politica rigorista suggerita dalla Germania, una generazione e mezza di lavoratori è andata perduta e purtroppo non si percepisce la volontà di porre un rimedio a questo declino che durerà fino a quando a Bruxelles non governeranno persone intelligenti e coraggiose